Un pianeta al collasso

Capitolo Primo: La Terra in Rovina

Il Preambolo alla Partenza

Nel buio della notte, la Terra giaceva tranquilla, inconsapevole della catastrofe imminente. In un attimo, la quiete fu spezzata da una serie di esplosioni luminose che squarciarono il cielo. Una tempesta solare di proporzioni mai viste nella storia aveva colpito il nostro pianeta, innescando una catena di eventi che avrebbe cambiato per sempre il corso dell’umanità.

Le potenze mondiali, costantemente in allerta per evitare il disastro nucleare, furono colte di sorpresa. I computer, programmati per rilevare minacce e rispondere con rapidità, iniziarono a ricevere segnali errati. La tempesta solare, prevista ma non di quell’entità, aveva sovraccaricato i sistemi di difesa, inviando falsi allarmi di attacchi nucleari imminenti. In una frazione di secondo, le macchine presero il controllo, interpretando gli impulsi caotici come segnali di attacco.

Da Washington a Mosca, da Pechino a Parigi, le luci delle città furono oscurate da esplosioni nucleari. Milioni di vite furono annientate in un istante, mentre il mondo si trovava avvolto in una spirale di distruzione senza precedenti. Le radiazioni iniziarono a diffondersi, rendendo vaste aree del pianeta inabitabili. Tuttavia, circa il 30% della popolazione mondiale riuscì a sopravvivere rifugiandosi nei bunker creati dai governi, progettati per resistere a tali catastrofi.

La Missione di Sopravvivenza

Mentre il caos imperversava sulla Terra, una squadra di scienziati e astronauti era già al lavoro per preparare una missione di salvezza. Il programma spaziale, un tempo visto come un lusso per esploratori curiosi, divenne l’ultima speranza per la sopravvivenza dell’umanità. La missione verso Marte, precedentemente concepita come un progetto a lungo termine, fu accelerata con urgenza.

Guidata dal Capitano Odinn Larsen, la squadra si preparava a lasciare un pianeta devastato per cercare una nuova casa tra le stelle. Larsen, un uomo di grande coraggio e visione, era stato scelto per il suo indomabile spirito e la sua capacità di mantenere la calma anche nelle situazioni più disperate. Con lui, un equipaggio selezionato tra i migliori scienziati, ingegneri e medici, tutti pronti a dare il massimo per garantire il successo della missione. La nave spaziale, chiamata Viking Hope, simboleggiava la speranza e la determinazione di un’umanità pronta a ricominciare.

L’Addio alla Terra

Il giorno della partenza, il cielo era tinto di un colore rosso innaturale, risultato delle polveri radioattive che ormai coprivano l’atmosfera. Il mondo guardava con speranza e tristezza mentre il razzo si ergeva sulla rampa di lancio, pronto a sfidare l’ignoto. La famiglia e gli amici dei membri dell’equipaggio si radunarono per un ultimo saluto, consapevoli che potrebbe essere un addio definitivo.

Il Capitano Odinn Larsen prese un respiro profondo, guardando per un’ultima volta il pianeta che una volta chiamavano casa. Sapeva che il viaggio verso Marte sarebbe stato lungo e pericoloso, ma dentro di sé portava la speranza di un nuovo inizio. Con un ultimo sguardo verso il cielo in fiamme, salì a bordo della nave che avrebbe portato lui e il suo equipaggio verso la loro nuova destinazione.

Le porte del modulo si chiusero con un suono metallico definitivo. Il countdown iniziò, ogni secondo scandito dal battito accelerato dei cuori di chi stava per partire. Poi, con un ruggito assordante, i motori del razzo si accesero, sollevando la nave Viking Hope verso il cielo. La Terra, ora un ricordo doloroso, svaniva rapidamente dietro di loro mentre si dirigevano verso Marte, portando con sé la speranza di tutta l’umanità.